Bellezza come
Bellezza come
Firenze ospita “Un’idea di Bellezza”: una mostra per discutere cosa voglia dire “Bellezza” oggi, qual siano il suo valore, funzione e finalità.
«La bellezza salverà il mondo?»
L’interrogativo che nell’ Idiota di Dostoevskij viene posto al principe Myskin, coglie il nocciolo di una questione aperta da secoli: che cos’è la Bellezza?
La Bellezza sfugge alle definizioni: Picasso respingeva con fastidio la sola domanda. Eppure quando ci sorprende la riconosciamo immediatamente, con emozione e gratitudine.
Ma il mito classico di armonia ed equilibrio tanto caro a Winckelmann sarebbe, secondo Nietzsche, solo una faccia della medaglia. Il mondo greco, infatti, culla dell’arte, era dominato da due impulsi tra loro contrastanti e inconciliabili: l’Apollineo, la forma, e il Dionisiaco, il furor. Avviene talvolta che questi due impulsi vitali si accostino, pur continuando quella lotta «che il comune termine “arte” solo apparentemente supera»[1]. Il risultato è «Dionisio che parla per bocca di Apollo»: l’ebbrezza, il violento ritmo originario, viene racchiuso e ordinato dal quieto elemento formale che la cultura ha per sua necessità costruito.
«Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi.»[2]
Ma da dove nasce tutto questo?
Nel I sec a.C. Lucrezio, con il suo De rerum naturae, ravvisava un legame fondamentale tra poesia e primavera. C’è una certa felicità intrinseca che le unisce, quella felicità che proviamo nel momento in cui vediamo nascere un fiore. Una «finalità senza scopo» diceva Kant (Critica del Giudizio): quella dolce sensazione di appagamento che anche il caro vecchio Leopardi avrebbe attestato guardando «in ciel arder le stelle»[3].
Federica Musto
[1] F. Nietzsche, La nascita della tragedia, 1-3
[2] F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra.
[3] G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
INFORMAZIONI:
Un’idea di bellezza
CCC Strozzina – Centro di cultura contemporanea, Firenze
Fino al 28 luglio