Una società carica d’odio
“Quella su cui avevo appena gettato lo sguardo era una società carica d’odio. Ma è da meno la nostra che ora, per vendetta o magari davvero per mettere le mani sulle riserve naturali dell’Asia centrale, bombarda un paese che vent’anni di guerra han già ridotto ad una immensa rovina? Possibile che per proteggere il nostro modo di vivere si debbano fare milioni di rifugiati, si debbano far morire donne e bambini? Per favore vuole spiegarmi qualcuno esperto in definizioni che differenza c’è fra l’innocenza di un bambino morto nel World Trade Centre e quella di uno morto sotto le nostre bombe a Kabul?”
T. Terzani, Lettere contro la guerra, TEA 2015, p. 71.