Sono uno scrittore cauto
“E qui devo fare una messa a punto. Devo dire che scrivere è una cosa molto seria per me. Non è un divertimento o uno svago o uno sfogo. Non lo è perché non mi dimentico mai che le cose scritte possono fare un gran bene ma anche un gran male, guarire oppure uccidere. […] Così non scrivo mai alla svelta, cioè di getto. Sono uno scrittore lento, uno scrittore cauto. Sono anche uno scrittore incontentabile. […] In più ho molte manie. Tengo alla metrica, al ritmo della frase, alla cadenza della pagina, al suono delle parole. E guai alle assonanze, alle rime, alle ripetizioni non volute. La forma mi preme quanto la sostanza. Penso che la forma sia un recipiente dentro il quale la sostanza si adagia come il vino dentro un bicchiere […].”
O. Fallaci, La rabbia e l’orgoglio, Rizzoli 2001, Milano, pp. 18-19.