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Leonardo Da Vinci: l’Uomo universale.

Leonardo Da Vinci: l’Uomo universale

Le Gallerie dell’Accademia di Venezia presentano la mostra Leonardo Da Vinci. L’Uomo universale. Esposte fino al 1 dicembre 2013 ben 52 splendide opere grafiche del genio che “mai restava di ghiribizzare” (cit. Vasari)

Disegnare.

A inizio ‘900 lo storico dell’arte Aby Warbrug attribuisce all’immagine una funzione procrastinatrice. Di fronte ad uno stimolo esterno, spiega, l’uomo sente il bisogno di riflettere, di “pensarci su”. Così si serve di uno strumento, l’immagine, che funga da intervallo tra stimolo e reazione. Perché si sa: dire e mostrare non è la stessa cosa.

Così quando studiamo o quando spieghiamo un concetto complesso, spesso ci aiutiamo “facendo il disegno”. Lo facciamo noi oggi, lo fa Leonardo a inizio ‘500.

Leonardo è un uomo curioso. Osserva il mondo, vuole capire. Studia piante, mappe, macchinari. Studia l’oscuro, meraviglioso sistema del corpo umano. Cerca Sophia, la Legge.

Ma per imparare ha bisogno di esercitare il suo intelletto, deve crearsi il suo intervallo.

Disegna.

Nel ‘500 il disegno è lo spazio dove arte e scienza si possono incontrare. Per Leonardo è il linguaggio con cui dare forma ai Principii che, mano a mano, arriva a scoprire.

“Il pittore disputa e gareggia con la Natura”, citando il maestro.

Vitruvio (I sec a.C.), nella premessa alla sua teoria architettonica, aveva postulato il canone delle proporzioni umane. Il testo prevedeva di inserire la figura umana prima nel cerchio e poi nel quadrato per valutarne, in posizioni diverse, le giuste misure.

Leonardo vuole capire. Così disegna, illustra. Nel suo Uomo vitruviano[1] propone una sintesi visiva della teoria dell’architetto, sovrapponendo le due diverse immagini in trasparenza.

Leonardo, Uomo Vitruviano, 1540 c.a.

Il disegno si scopre trattato. L’illustrazione soppianta il linguaggio. E ne nasce movimento, un gesto come suggerito da una traccia nell’aria.

Ma se disegnare vuol dire creare, seguire il divenire delle cose, allora è il disegno stesso a prendere vita. Le figure di Leonardo si animano. Alla bellezza di ascendenza neoplatonica tipica della sua età, il maestro infonde spiritus, soffio vitale.

Così un capolavoro di grazia come lo studio per la Madonna dei fusi[2] si muove sotto i nostri occhi. Il tratteggio s’incurva; il gesto segue la forma donando azione e volume. La figura si libera dalla rigida griglia prospettica e ci consente di percepire un evento in corso, quasi cinematografico. Quella donna viene verso di noi.

È il “moto azionale”, un andamento a spirale che la figura compie in se stessa per poi influenzare l’intero universo.

Allo stesso modo si muove una veste, l’onda spumeggia, le foglie roteano nell’aria trasportate da una brezza improvvisa.

D’altra parte c’è come un intimo rapporto fra la figura umana e l’ambiente in cui questa si muove.

E di certo Leonardo lo sa.

Federica Musto


[1] Uomo Vitruviano (1540 circa), Venezia, Gallerie dell’Accademia

[2] Studio per la Madonna dei fusi (1501 circa), Windsor, Royal Library


 

INFORMAZIONI:

Leonardo Da Vinci. L’Uomo universale.

Gallerie dell’Accademia, Venezia

Fino al 01 dicembre 2013

www.gallerieaccademia.org

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