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Da Klee a Melotti: quando l’arte diventa poiesis

Da Klee a Melotti: quando l’arte diventa poiesis

Paul Klee, Wohin? Junger Garten, 1920, Collezione della Città di Locarno

Il Museo d’Arte di Lugano ospita fino al 30 giugno 2013 “Paul Klee e Fausto Melotti”: un’esposizione di un pittore e uno scultore che, nelle loro differenze e con 30 anni di distanza, rielaborano completamente l’idea di concepire l’arte.

“L’opera d’arte nasce nel momento in cui tu vedi e ascolti. E questa data continuamente mutevole è la sua vera data di nascita” (F. Melotti)

μίμησις, “mimare”. Figli, quali siamo, della cultura occidentale, in genere riteniamo che l’immagine artistica sia tanto ben fatta quanto più somigli al proprio modello nella realtà. «È tanto bello che sembra vero», quante volte lo abbiamo detto? Tutta “colpa” del nostro caro Platone.

Eppure sarai d’accordo con me che nell’arte figurativa dell’ultimo secolo spesso è difficile ritrovare quella somiglianza di cui si parlava, talvolta è persino impossibile riconoscere un soggetto.

Klee – Melotti espone oltre 100 opere di due artisti che concepiscono l’arte come ποίησις, “creare”. Non più un’arte mimetica, copiativa, dunque, ma un’arte poietica: un’arte, insomma, che guardi al reale, alla natura, per cogliere il principio secondo cui le cose vengono create; per poi utilizzare quel modus operandi nel produrre oggetti nuovi e indipendenti.

«Buona è la formazione, cattiva è la forma», insegnava ai suoi allievi del Bauhaus Klee. La pittura e la scultura non danno vita a mere riproduzioni finite di un qualcosa che già esiste e che fa loro da modello; sono invece veri e propri atti di formazione continui, che proseguono sulla base del gesto creativo appreso.

È un po’ come nella musica: nulla è fermo, completo, concluso. Tutto è un divenire che muta nel tempo.

Perché l’arte è un evento, un processo brulicante. Anche quando facciamo fatica ad accorgercene: l’arte è vita.

Federica Musto


INFORMAZIONI

Klee – Melotti

Museo d’Arte di Lugano, Svizzera

Dal 17 marzo al 30 giugno 2013

www.mdam.ch

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