Archeologi della superficie
“Spetta ai fotografi, gli archeologi della superficie, di «seguire, con la loro macchina, le tracce degli oggetti silenziosi e di estrarre dall’abbondanza infinita un pezzo d’esistenza, un frammento che, staccato dal disordine, diventa nuovo, puro, mai visto.»”
G. Didi-Huberman, Ninfa moderna: sul panneggio caduto, 2004, Il Saggiatore, p. 64